Giudice: Giuseppe Croce

TRIBUNALE DI ROMA

SEZIONE DEI GIUDICI PER LE INDAGINI PRELIMINARI

ufficio 33

All’udienza del 29 novembre 2005 ha pronunziato e

pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente

SENTENZA,

vs.

DI GIORGIO Salvatore

DANNA Franco.

_________________________________________

)))))))

ESTRATTI

DELLA SENTENZA

(testo del Giudice evidenziato)

Chi è Di Giorgio: funzionario del Ministero delle Attività Produttive, con ruolo di ispettore,

appartenente alla Direzione Generale per gli enti cooperativi, Divisione V, incaricato di

eseguire l’ispezione straordinaria sul Consorzio Regionale Cooperative di abitazione - Cooperativa

Casa Lazio S.c.a.r.l, facente capo a Emilio Falco ed Eleonora Falco.

Di quale reato è accusato: aver ricevuto denaro da Franco Danna, Emilio Falco, Eleonora

Falco e Alberigo Panini

«per compiere atti contrari ai doveri di ufficio e più specificatamente per predisporre

una relazione ispettiva favorevole al predetto Consorzio (in particolare, tra l’altro,

omettendo di rilevare le gravissime condotte di sottrazione di denaro in danno delle

cooperative aderenti al Consorzio e l’assenza del requisito di mutualità del Consorzio

stesso), al fine di evitare l’adozione da parte del Ministero delle Attività Produttive di

provvedimenti amministrativi sul Consorzio».

Nel capitolo della sentenza dedicato alle «linee essenziali del fatto» il Giudice non manca

di sottolineare l’«ostruzionismo opposto da funzionari della XV ripartizione urbanistica

del Comune di Roma!!» a produrre la documentazione necessaria (il Giudice è doa

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Sentenza Consorzio Coop. Casa Lazio 29-11-2005

vuto intervenire con un “ordine di esibizione”).

Il risultato cui sono giunti gli organi peritali «hanno permesso al Giudice di emettere

una decisione che finalmente fa luce in una vicenda dai contorni malsani e confusi».

«L’attività truffaldina secondo l’accusa ruotava intorno a Falco Emilio Francesco,

Falco Eleonora, Panini Alberigo, Danna Franco (dagli elaborati peritali depositati,

emergerà che queste persone costituivano lo zoccolo duro di una associazione criminosa,

di ben più ampia portata, che aveva allungato i tentacoli anche nel tessuto bancario

e nelle Istituzioni, riuscendo a prosperare grazie a connivenze di vario genere».

Il Giudice sottolinea la “naturalità”, in seguito alle denunce da parte della coop. Palocco

84 e della Cynthia, delle

«interrogazioni parlamentari rivolte al Ministero delle Attività Produttive, affinché

la Direzione Generale per gli Enti Cooperativi avviasse ispezioni straordinarie sul

Consorzio [...] ispezioni che poi verranno fatte e di cui si tenterà da parte di Falco e

consorti di indirizzare in una direzione favorevole agli interessi del Consorzio Casa

Lazio».

Capitolo: «I due piani su cui si muove l’accusa: corruzione e assenza del requisito

della mutualità».

Scrive il Giudice:

«Tutto è agli atti leggibile in modo chiaro, preciso e inappuntabile: poderosa e granitica

prova dell’addebito [...] l’accordo corruttivo aveva per oggetto il dato assolutamente

centrale per la sopravvivenza del sistema allestito dal Falco costituito dal riconoscimento

al consorzio del carattere della mutualità: l’ispezione, infatti, avrebbe potuto

confermare la sussistenza delle ingenti sottrazioni di risorse in danno delle due

cooperative (Palocco e Cynthia) [...] la quasi totalità dei soci, avrebbe dovuto in proprio,

malgrado avessero già corrisposto il prezzo di acquisto, nuovamente mettere

mano al portafogli e riacquistare una casa già pagata per evitare perniciose esecuzioni

immobiliari e conseguenti vendite all’asta su istanza degli Istituti Bancari mutuanti».

E qui appare il ruolo delle banche. Il Giudice prosegue: «Ma come si vedrà, anche alcuni

di questi erano conniventi col Falco e, conseguentemente, il Giudice ha ritenuto, ex

art. 330 C.P.P., di rimettere gli atti al P.M. per le opportune indagini». Che significa: le

Banche sono indagate.

Ce n’è pure per alcuni degli “acquirenti” del Consorzio:

a cura di ASSOCOND CONAFI

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Sentenza Consorzio Coop. Casa Lazio 29-11-2005

«la necessità e l’opportunità di una perizia che ha permesso di strappare violentemente

il velo che ricopriva le attività criminose del gruppo Falco e nel contempo ha

permesso di verificare chi realmente aveva subito danni finanziari dall’operato del

Consorzio [...] e chi, approfittando della confusione e non soddisfatto di aver ottenuto

la casa volesse ancora lucrare ingiustamente. E di questi “furbetti”, per usare un vocabolo

oggi in uso, ne sono stati scovati tanti e sulle loro connivenze col gruppo Falco

è stata chiamata a indagare la Procura della Repubblica di Roma».

Dopo una cospicua mole di pagine dedicate alla discussione relativa al problema della

mutualità delle cooperative la sentenza affronta il problema del danno subito dalle cooperative

del Consorzio.

Scrive il Giudice:

«il malaffare affonda le proprie radici nell’ambito delle cooperative consorziate,

presso le quali sono state riscontrate gravi violazioni alle norme di carattere contabile

e societario».

Le modalità di drenaggio delle risorse finanziarie:

«Dalla lettura delle carte, appare attendibile la ricostruzione effettuata dalla P.G. e

condivisa dagli ispettori del Ministero delle Attività Produttive, che al di sopra delle

cooperative si era formata una “casa madre costituita” dal “Consorzio Cooperative

Casa Lazio”, dalla “Mutua” e dal “Coop. Consult Lazio”. Lo strumento utilizzato per

governare il sistema è il cosiddetto contratto di servizi [...] le clausole di questo contratto

comportano che tutte le funzioni tecniche, amministrative e societarie vengono

rimosse dalle cooperative e spostate in capo ai tre soggetti. [...] obbligo delle cooperative

di “osservare tutte le delibere assunte o da assumere degli organi sociali del consorzio,

nessuna esclusa” [in questo modo] il consorzio [...] aveva assunto il controllo

della cooperative “in virtù di particolare vincoli contrattuali [...] queste non erano più

in grado né di verificare né di contestare gli addebiti. [...] da un lato esistevano i soci

delle cooperative e le cooperative e dall’altra un’attività extracorporea connotata da

azioni incompatibili con la funzione delle cooperative e con i diritti dei soci».

E prosegue:

«[...] gli accertamenti hanno messo in evidenza l’esistenza di atti palesemente simulati,

di atti potenzialmente capaci di arrecare pregiudizio alle cooperative e vantaggi

ingiustificati a terzi, di responsabilità a carico di amministratori e sindaci delle coopea

cura di ASSOCOND CONAFI

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rative, al punto da confermare l’esistenza della c.d. “casa madre”, di corresponsabilità

da parte di alcune persone del mondo bancario e di palese inerzia del Ministero

delle Attività Produttive».

Il coinvolgimento del Di Giorgio viene così sintetizzato:

«l’imputazione di omessa rilevazione dell’assenza dei “requisiti mutualistici” in capo

al Consorzio Casa Lazio va inteso come violazione del complesso dei doveri gravanti

sul pubblico ufficiale incaricato di effettuare un’ispezione straordinaria».

Il capitolo successivo, dedicato al «coinvolgimento di altri soggetti che hanno agevolato

o tratto profitto dalle malefatte del sodalizio Falco», sintetizza in apertura ciò che è

accaduto:

«una colossale truffa ai danni di ingenui che volevano soltanto acquistare una casa.

Dell’intreccio perverso tra istituti bancari, funzionari comunali e regionali, “furbetti”

che immediatamente si fanno intestare vere e proprie ville e in alcuni casi addirittura

facendosi restituire il denaro versato per l’acquisto [...] è doveroso il rinvio alla lettura

dell’elaborato peritale per avere nella sua netta precisione il contesto malavitoso».

Il Giudice fa poi riferimento ai reati per i quali continuano le indagini e per i quali sono

indagati oltre ai Falco, Dario Ferrazza, Luigi Guerrieri, Vittorio Guerrieri, Alberigo Panini,

Maurizio Teolfili, Franco Danna, Guglielmo Arabito, Ermanno Frangioni, Luigi Troli,

Alessandro Cerioni, Massimo Rinversi, Franco Romeo, Maria Piscopo.

«Gli atti peritali hanno confermato l’assunto accusatorio e hanno anche chiarito

quali altri soggetti si sono inseriti alla bisogna nel contesto delittuoso e chi ne ha tratto

vantaggio. Il periodo del commissi delicti è [...] tra il 1998 e il 2004 [...] commessi in

concorso col sodalizio dai componenti i Consigli di amministrazione e dei Collegi Sindacali

delle Cooperative Consorzio Casa Lazio [...]».

Segue l’elenco di tutte le cooperative coinvolte.

Ma il ruolo e il «comportamento degli istituti bancari che hanno concesso mutui al

Gruppo Falco e precisamente la Banca Popolare di Verona e Novara, la Banca di

Roma» è altrettanto grave, tanto che agli atti peritali «vi sono le osservazioni della Banca

d’Italia alquanto inquietanti e censurative delle modalità dei rapporti che erano stati

intrattenuti col Gruppo Falco e sulla erogazione di mutui che è continuata anche in

epoca sospetta, quando ormai la vicenda era di dominio pubblico».

I funzionari bancari coinvolti sarebbero:

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Sentenza Consorzio Coop. Casa Lazio 29-11-2005

«De Lucia Pasquale, Bertelli Walter, Massa Antonio,Aldrigo Antonio, Montani Piero

Luigi, Hallecher Luciano: Dirigenti della Banca Popolare di Verona e Novara nonché

Guerrieri Umberto, Nanni Vincenzo, Malerba Pasquale, tutti Dirigenti della Banca di

Roma».

«Sempre dagli atti peritali emerge che il sodalizio non poteva prosperare senza la

connivenza dei Dirigenti e degli Ispettori dl Ministero delle Attività Produttive Divisione

V che hanno proceduto a ispezionare nel periodo citato: è impossibile che costoro

non si siano accorti delle anomalie, oltretutto facilmente riscontrabili tant’è che

vengono in luce soltanto dopo la pressione del Parlamento».

Dopo la considerazione secondo la quale «se fosse stata più attenta l’opera di vigilanza

degli Organi ispettivi, di tutta evidenza il sodalizio Falco non avrebbe prosperato in quantità

e qualità quale rilevata» seguono ampi stralci delle relazioni peritali, che si chiudono

con: «“[..]A parere dei periti l’azione della Divisione V merita un approfondimento

delle indagini, qualora già non in corso”. Affermazioni gravi che impongono la necessità

d’indagine circa la commissione dei delitti di cui agli art. 416, 81, 640 C.P. 2° co;

640bis C.P. 319, 328 C.P.».

Prosegue:

«[...] i rapporti intessuti coi Dirigenti tecnici del Comune di Roma, XV Ripartizione

del Comune di Roma: costoro, tra l’altro, hanno accettato le dichiarazioni di fine lavori

dei complessi realizzati illegalmente sottoscritti da Falco Emilio Francesco (assolutamente

non abilitato) anziché dai Direttori dei Lavori responsabili».

Finale è l’elenco dei “furbetti” delle cooperative, identificati in coloro che

«in concorso con Falco Emilio Francesco e i suoi più stretti collaboratori nonché con

i componenti del Consiglio di Amministrazione delle Cooperative Palocco 84 e

Cynthia in modo sospetto e tutto da accertare hanno ottenuto l’assegnazione dell’entità

abitativa e il relativo frazionamento del mutuo in danno degli restanti soci”.

L’elenco è composta da un centinaio di nomi tra cui spiccano quelli di Agostino Marianetti

e Ugo Sodano, il primo ex sindacalista CGIL e il secondo ex consigliere regionale.

Salvatore Di Giorgio è stato condannato a tre anni; Franco Danna a tre e quattro mesi di

reclusione.

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